Creare la realtà

Creare la realtà

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Strada facendo, cresciamo nella consapevolezza del germe dal più alto potenziale di cambiamento: il germe divino che abita le nostre profondità.
Questa consapevolezza è, di per sè, cambiamento della realtà, creazione continua di me, della mia strada.
La consapevolezza ha delle conseguenze.
Ci consente di ‘guarire dall’infermità’, ovvero di riporci nella corretta postura umana, quella eretta (non ‘inferma’, letteralmente).
La postura è molto più che un semplice elemento anatomico. Il corpo è mappa del cammino d’ogni uomo e la verticalizzazione corporea altro non è che la manifestazione fisica della vocazione profonda di ciascuno.
E’ sull’asse ascolto/parola che si articola l’asse del nostro portamento : la nostra vocazione è dunque  divenire VERBO. Verbificare la carne.
Immerso nel quotidiano (piedi ancorati alla terra) e capace di catturare in esso l’Eterno (testa libera verso il cielo), attraverso l’ascolto del centro di sè (il cuore), l’uomo è risonanza del suo potenziale in base all’ascolto del divino che lo abita.
La consapevolezza del germe divino in sè porta a viversi, inoltre, come dei ‘viventi‘ e non come dei condannati a morte.
Ogni giorno non è un giorno in meno alla vita, ma una danza verso l’identità profonda che sarà compiuta passo a passo.
La consapevolezza, ancora, porta a sanare le ferite dell’ego, che spesso ci copre come una lebbra.
Le malattie della pelle, in medicina energetica, sono un fuoco che non espande nella sua direzione ma avvampa all’esterno. Così l’ego, che non cede il passo al sè profondo.
La consapevolezza del divino in noi, infine porta a purificare la mente e il cuore dai pensieri negativi.
Chi soffe di ansia o vive atteggiamenti depressivi sa bene quanto i pensieri facciano la realtà.
Tutto ciò che è vero per la mente è vero anche per il corpo e i suoi apparati!
Insomma, c’è un ricettario per creare positivamnete la nostra realtà ed è a protata di tutti.
Basta solo tendere l’orecchio e ascoltare.
Io ho trovato il mio, questa mattina, nel vangelo di Matteo, capitolo 10, versetti 7-10!

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