SEMI DI LUCE: Zayin

SEMI DI LUCE: Zayin

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La settima lettera dell’alfabeto ebraico è Zayin, dal valore numerico 7.
La sua forma è la stessa del suo nome, ovvero arma.
➡️ Si legge in ‘La lettera, strada di vita’ di A. De Souzenelle che il geroglifico egiziano da cui deriva la Zayin nella sua evoluzione, rappresenta una freccia che attraversa una pelle.
Il 7, poi, è il giorno della creazione in cui Dio si riposa, lo Shabbat. 
Dio il settimo giorno guarda la creazione, la benedice ancora, si ritira per darle ulteriormente spazio.
E c’è una frase, a me molto cara, sempre della De Souzenelle (in ‘Il simbolismo del corpo umano’) in cui si afferma:
 “L’amore consiste nel ritirarsi 
affinché l’essere amato sia”.
Questo descrive molto profondamente la portata dello Shabbat, del 7, della lettera Zayin.

⭐ Abbiamo visto che un primo compimento è avvenuto, nel 6 della lettera Waw.
Ora c’è uno spazio, il 7, in cui espandere interiormente l’esperienza vissuta e apportare i giusti tagli (ecco l’arma) affinché nuove fioriture avvengano.
Di queste continue potature e fioriture, morti e resurrezioni, facciamo tutti esperienza.
Tuttavia, spesso, non entriamo nel riposo necessario per la metabolizzazione dei vissuti e perdiamo il passo che ogni cosa ci permette di fare verso il compimento.
Quando sperimentiamo uno zenit nella nostra storia (o anche un nadir) dobbiamo concederci tempo e spazio - uno Shabbat – per ritirarci e permettere alla Vita/Amore di essere ciò che è.
In quello spazio dilatato interiormente opereremo i tagli che richiede la nostra storia e ci daremo nuove possibilità di fioritura.
Il geroglifico egiziano, dicevamo, vedeva il segno come una freccia che trafigge la pelle. 
La nostra pelle (ovvero l’esperienza della carne, l’esperienza umana) cela l’abito di luce che siamo realmente, tuttavia è anche lo strumento attraverso cui noi ricordiamo la luce.

💚 La nostra vita gira tutta intorno a questo ricordare, verbo che comincia con la Zayin - zakor  -. Ricordiamo, mediante tutto ciò che ci attraversa come una freccia, la luce che siamo, il seme divino che ci abita.

Su questo ricordare moltissimo ci sarebbe da narrare, ma vi rimando ai nostri percorsi per saperne di più.

🧘‍♀️ Per la meditazione 🧘

Visualizzo la lettera Zayin prima osservandola ad occhi aperti, poi riportandone l’immagine interiormente. 
Già il fissare senza sosta un oggetto meditativo, come può essere l’immagine delle lettere, ci premettere di elevare il nostro stato di coscienza.
Cominciamo, poi, a portare l’attenzione al nostro respiro, lasciamoci attraversare dal soffio in ogni parte del corpo, specie le più tese o dolenti. Riposiamo nel soffio rigenerante.
Mantralizzando Zayin percepiamo come avvengano dei tagli di tutto ciò che ci teneva legati precedentemente.
Zaaaaaayin… e taglio i pensieri limitanti.
Zaaaaaayin… e taglio le modalità relazionali che avvelenano la mia storia.
Zaaaaaayin… e taglio la sudditanza a concetti comuni che non sento appartenermi, a dettami istituzionali non in linea con il mio universo di senso…
Tagliamo via i ricordi non utili, che ci appesantiscono con un passato che non esiste più e facciamo spazio al ricordare dell’essere, all’amore che fluisce qui ed ora nella nostra vita.
E infine riposo, emettendo un profondo espiro – haaaaaa – nello spazio aperto che si è creato per... ricevere ancora.

🎯 Quante volte dovrò far spazio nella mia storia, attraverso tagli e morti, per nuove fioriture e risurrezioni?
‘70 volte 7’, ovvero per sempre.
Fino al compimento.

Marianna

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